Compiti evolutivi del giovane adulto

“Giovane adulto” è un termine recentemente comparso nella psicologia e successivamente introdotto nel vocabolario comune per indicare il periodo della vita che va dalla tarda adolescenza all’età adulta. La fase evolutiva del giovane adulto rappresenta un momento molto delicato dello sviluppo individuale e riveste particolare interesse per le contrapposizioni che la caratterizzano: se da una parte l’adulto (dal latino adultus – participio passato del verbo adolescere, ossia “crescere”) è un individuo che ha conseguito la piena maturità fisica, psichica e sessuale, dall’altro nell’attuale scenario collettivo sempre più “adulti” vivono la propria vita come appendice del periodo adolescenziale. 

In questa fase di giovani adulti i compiti culturalmente assegnati all’individuo sono soprattutto la realizzazione professionale e la costruzione di una relazione di coppia stabile. Tuttavia, molte persone permangono in una fase formativa protratta, affiancando all’istruzione universitaria percorsi di specializzazione che posticipano in tempi indefiniti l’inserimento lavorativo. Per quanto riguarda la realizzazione professionale, lo scoglio più grande da superare per il giovane adulto sembra anche essere quello di compiere delle scelte definitive.  Per poter immaginare un percorso di vita, personale e lavorativo, è fondamentale avere chiare le proprie risorse, i propri talenti e le proprie potenzialità, quindi riuscire a definire se stessi e coinvolgere le energie evolutive in un progetto realizzabile. Le difficoltà di stabilire un proprio progetto personale in questa fase della vita sono spesso legate a motivi sociali e formativi (mancanza di lavoro, scarsa o nulla professionalizzazione all’uscita delle scuole superiori, ecc), ma ci sono altri fattori psicologici che influenzano le difficoltà evolutive, quali una carente stima di sé, difficoltà di separazione dal nucleo familiare, paure legate alle scelte future.

Avere un’identità definita permette anche di portare a termine un secondo compito evolutivo importante per il giovane adulto, cioè quello di legarsi agli altri senza il rischio di perdere la propria individualità in una relazione di coppia improntata alla reciprocità e alla progettualità. In questo caso, risulta fondamentale una storia di legami positivi e rassicuranti con i genitori, che permettano di acquisire un bagaglio di competenze relazionali, di supporto e di cura, spendibili nel rapporto col partner. Entrare in una relazione stabile riattiva infatti schemi e modelli relazionali appresi nell’infanzia, così come vecchie ferite. Per chi non ha fatto esperienza di legami di attaccamento sicuri in infanzia, il compito di costruire un rapporto di coppia sarà più gravoso. D’altra parte, l’impegno in una relazione reciproca è spesso ostacolato dalla difficoltà sempre crescente di rinunciare ad aspetti narcisistici della propria personalità per impegnarsi in un progetto comune, assumersi la responsabilità di una relazione stabile e continuativa e riuscire a prendersi cura dell’altra persona. 

Far fronte a questi compiti evolutivi può essere per vari motivi piuttosto difficile. Possono emergere forme di malessere psicologico (disturbi d’ansia e dell’umore, difficoltà relazionali, bassa stima di sé, uso di sostanze o sintomi comportamentali) che rappresentano le spie di un disagio interiore, riconducibile all’empasse esistenziale in cui si vengono a trovare i giovani che non riescono a vivere con serenità i cambiamenti legati a questa transizione e ad esprimere appieno le proprie potenzialità di adulti. 

La psicoterapia in questi casi può aprire ad una riflessione su se stessi e ad una comprensione più profonda delle cause del proprio malessere. Nel rapporto col terapeuta l’individuo può analizzare le cause, legate spesso alla storia passata, che hanno generato il blocco evolutivo e trovare un buon alleato per affrontare la sofferenza e investire nuove energie nella propria crescita personale.